Mi fa piacere, ma sono rimasto perplesso.
Mi fa piacere, ma sono rimasto perplesso.
Oggi, alla fine di una seduta di Respiro della Memoria®, una persona mi ha detto:
1) Ora ho capito perché ci ho messo così tanto a venire a respirare con te. Perché tu lavori con “Amore”!
2) Ti avevo già visto lavorare circa 5 anni fa, in una piscina ad Ischia, mentre facevi una seduta di Coccoloterapia® in acqua calda, mentre io ero là per un altro genere di corso, ed ero rimasta affascinata da quanta attenzione, dedizione e amore mettessi in quella seduta.
Devo dire che, quando questa persona mi ha detto la prima frase, ne sono rimasto lusingato, mi ha fatto veramente piacere. Mi hanno fatto i complimenti alla fine delle sedute nei modi più disparati, ma questa era la prima volta che qualcuno me lo diceva così.
Però sono anche rimasto perplesso dalla seconda frase.
E a questo punto mi viene da chiedere, se una persona che ha riconosciuto questo, e cioè che sto lavorando con “Amore”, ci mette 5 anni a decidersi di venire a lavorare con se stessa, per essere aiutata, o per ricevere “Amore”, quanto ci metterà una persona che non lo riconosce?
Non è la prima volta che mi capitano persone che mi dicono che hanno preso il coraggio, o ritrovato un depliant della Scuola di Respiro, e vengono dopo due o tre anni o più.
Quanta paura c’è?
Quanto dolore c’è?
Perché continuare a trascinarsi questo fardello pesante per così tanto tempo ancora?
Non hai sofferto abbastanza?
Non hai già scontato la tua pena?
Io direi proprio di sì, e che sia ora di cominciare a goderti finalmente la tua vita!
Ciao Creatura Meravigliosa.
Lascia pure un tuo commento, grazie.
Luca
Si lo conosco il libro, mi è già stato consigliato. Lo leggerò presto.
Ok io sono qui e comunque grazie per la risposta.
A presto Paolo
Ciao
Luca
scuoladirespiro
Ciao Luca,
qui vai a toccare un tasto delicato,
perchè contro la magia e la religione, è molto difficile combattere.
Ci sono ormai molte testimonianze, libri e film,
sull’argomento, molte informazioni, ma non servono praticamente a nulla se, le cose non le sperimenti nella tua vita.
C’è una storiella molto bella scritta nel libro di Richard Bach, “Illusioni”, hai presente quello del Gabbiano Jonathan Livingston, di alcuni esseri che vivevano in un fiume, avvinghiati alle rocce, ed una un giorno disse che palle, basta mi sto annoiando, mi lascio andare, e tutte le altre intorno dicevano non farlo sei pazzo….
Beh non voglio raccontarti tutta la storia, leggi il libro è fantastico, in una ora e mezza lo finisci.
Poi ne riparliamo insieme.
Per il momento ti lascio, ma ritorno, promesso.
Paolo
Luca
Ciao Paolo, voglio riprendere una frase che hai detto in una conferenza (su prosperity) e che poi è anche scritta sul tuo sito “Qual’è la paura più grande dell’uomo di oggi? La risposta non è la morte bensì la vita”.
Sono in parte d’accordo con questa affermazione perchè sicuramente lasciarsi andare alla vita senza catene, senza resistenze e affrontare ogni attimo in totale libertà non è cosa semplice per tutte quelle resistenze che ognuno di noi si porta dietro con sé nell’arco dell’esistenza, ma secondo me la paura della morte c’è. Non è la morte in sé che fa paura ma la paura dell’aldilà, di essere puniti e di finire all’inferno dannati, come ci è stato tramandato. Paura della sofferenza, di morire all’improvviso e di non avere il tempo neanche di pentirsi per aver commesso qualcosa di sbagliato o di male..Questo secondo me condiziona non poco gli atteggiamenti della gran parte delle persone almeno in Italia..
Tu che ne pensi?
Attendo la tua risposta
Un saluto 🙂
Luca