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Come hai imparato a Respirare?

Quando decidiamo di venire a fare esperienza su questo piano, andiamo dal concessionario divino, scegliamo la nostra nuova vettura e passiamo ben nove mesi in officina costruendola in ogni dettaglio.

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Dopo circa nove mesi, chi più e chi meno, arriva il momento di venire fuori, passiamo attraverso la strettoia che ben sappiamo e nel momento in cui si liberano i nostri polmoni dalla stretta, facciamo il nostro primo respiro e ….. ahhhh! È qualcosa di talmente potente che ci sconvolge, molto peggio di quando hai provato a fumare la tua prima sigaretta, te la ricordi? Occhi di fuori, tosse e quella terribile sensazione di vomito…

 

Come hai imparato a Respirare?

 

…ma tornando alla tua nascita, in quel momento intorno a te c’è l’ostetrica, il ginecologo o chi ne fa le veci, che taglia il cordone ombelicale, ci lava, ci pesa, ci fa tutte le varie torture che sa fare (tipo infilare la cannuccia nel naso, la puntura sotto i piedi, ecc.) e nella stragrande maggioranza dei casi, dopo aver ricevuto tutte queste “attenzioni amorevoli” di cui il cucciolo appena nato ha “naturalmente” bisogno ovviamente, ti ritrovi davanti a un dilemma:

Respirare (e ti assicuro che la prima volta è intenso e doloroso!)
Non respirare (e morire appena arrivato.)

Tendenzialmente quasi tutti scegliamo di respirare, lo stretto necessario per rimanere in vita, né troppo da un estremo (VIVERE), né troppo dall’altro (MORIRE).

Poi ci sono bambini più coraggiosi (i tipi tosti) che trattengono il respiro mooolto più a lungo, e dopo un po’ cambiano colore, diventando bluastri.

In questo caso ovviamente, chi sta lì intorno si spaventa perché il bambino sta per morire e sai cosa fa?

Prende il bambino per i piedi lo mette a testa in giù e gli da delle pacche sul sedere per farlo piangere e respirare, e così sono tutti felici è contenti perché il bambino “piange” quindi “è vivo”(?!?)

Ora io mi chiedo:

“se io venissi vicino da te che stai leggendo e ti riservassi tutto questo amorevole trattamento, cosa potrebbe mai passare per la tua testa in quel momento?”

La tua “Nascita Normale”(?!?)

Ebbene, eccola qui!

Ti presento ciò che noi siamo abituati a chiamare una “nascita normale”, la base su cui costruiamo la nostra casa, cioè la nostra vita o potrei dire sopravvivenza, visto che da quel momento in poi ti ritroverai a respirare lo stretto necessario per sopravvivere.

Noi esseri umani andiamo controcorrente – come al solito! – Se osservi la natura infatti ti accorgerai di quante cose abbiamo distorto in nome di chissà quale civilizzazione.

Hai mai osservato, ad esempio, il parto di un mammifero sia dal vivo sia in un documentario?

Ti sembra che la madre mentre partorisce urli, strepiti o si lamenti? Ed il figlio quando nasce, lo hai visto piangere, urlare o agitarsi?

Per quale motivo, l’essere umano, quando nasce deve piangere e per quale motivo, la donna deve soffrire cosi tanto quando partorisce? Dove sta scritto?!?!?

Ah, Già! Dimenticavo che è scritto su quel famoso libro:

 

TU DONNA, PARTORIRAI CON DOLORE!

…e se è scritto lì, DEVE essere per forza così.

 

Ma allora cosa succede o cosa è successo, a tutte quelle donne che non hanno mai letto quel libro, per ignoranza o meglio per altra cultura, oppure a quelle che hanno fatto un lavoro di preparazione al parto ed hanno partorito addirittura provando piacere (qualcuna ha detto orgasmo)?

Se al momento della nascita non intervieni e lasci il cordone ombelicale attaccato, anche se inizialmente il bambino tratterrà il respiro , non ci sarà pericolo di morte e non piangerà – anzi, molto probabilmente sorriderà o riderà – perché è ancora ossigenato dal cordone.

Quando la placenta si staccherà nel modo naturale – e non strappata dalla pancia della madre, come di solito avviene – il sangue nel frattempo rifluirà tutto all’interno del bambino, ed anche qui elimini totalmente il pericolo di morte per dissanguamento.

mamma e figlia appena nata che ridono - www.scuoladirespiro.org

 

Quello a cui potresti assistere sarà un respiro circolare e continuo senza pause, rilassato e fluido, come fanno tutti i mammiferi sul pianeta Terra, tranne due tipi: i cetacei – che per ovvie ragioni non possono farlo altrimenti affogano – e gli esseri umani!

A questo punto già so che qualcuno/a obietterà, oppure mi darà dell’eretico per aver detto ciò, però se provi a riflettere su cosa succede e come ci si comporta durante il parto, forse poi non sembrerà più così strano quello che ho detto prima.

Attento a non prendere sotto gamba tutto ciò.

Gravidanza differente. 2 respiri così diversi!

La differenza sostanziale l’ho vissuta per esperienza personale con le mie due figlie, la prima nata col “#parto normale” e la seconda nata con il “#parto naturale”.

La prima – Pamela – quando si arrabbiava o piangeva chiudeva completamente la gola, bloccando il respiro, la seconda – Barbara – nelle stesse condizioni invece sembrava un mantice con il respiro impetuoso e continuo.

Quando ho cominciato a lavorare come Rebirther, ho chiamato la mia associazione “N.R.P – Nascita e Rinascita Psicofisica” perché era mia intenzione aiutare sia le mamme che i futuri neonati a nascere nel modo più naturale e dolce possibile.

Ancora oggi la mia intenzione è questa, ma preferirei intervenire ancora prima e preparare le coppie prima alla gravidanza e poi in seguito al parto.

E per chi invece, come me e te, è nato in modo “normale”, qual è la strada da percorre?

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Un abbraccio

Paolo Cericola
Maestro di Respiro

 

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