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Quanto è il tuo valore?
Quanto vali tu? Quale è il tuo valore?

 

Ti sei mai fatta o fatto queste domande?

QUANTO VALGO IO?       QUALE E’ IL MIO VALORE?       IO VALGO?

La convinzione che la vita sia scarsa di amore, di ricchezza, di gioia, di sessualità, di intimità e di passione e che ci sia da lottare, faticare o accontentarci, crea nel nostro cervello una rete neuronale di credenze profonde e di tensioni nel corpo.

Anche temporanee soddisfazioni e conquiste non scalzano mai questa radicata convinzione che l’abbondanza non sia possibile.

Oppure che non la meritiamo.

Diventando consapevoli di questa cappa e dei suoi effetti e della fondamentale falsità delle sue premesse, liberiamo la nostra gioia di vivere e la capacità concreta di manifestare abbondanza e prosperità nella nostra vita.

Una delle usanze più deleterie che possiamo fare nella nostra vita è quella di mercanteggiare, e soprattutto con noi stessi, che molto spesso mettiamo all’ultimo posto, nella maggior specie riguardo al nostro valore.

Cosa vuol dire “mercanteggiare”?

Sarai sicuramente andato al mercato, uno qualsiasi (non ha importanza quale, perché tanto il sistema è uguale dappertutto), e sicuramente avrai assistito ad una compravendita, se addirittura non ne sei stato proptagonista.

Ok, allora quali sono le cose che si vedono fare (tranquillo, la farò breve)?
Da un lato:
mi piace un oggetto, chiedo il prezzo (la prima reazione è un pensiero, “costa troppo!”), quindi le possibilità sono: me ne vado, oppure rimango a lamentarmi che è troppo e cerco di farmi fare lo sconto, e se lo ottengo forse lo compro (perché tra l’altro non è mica sicuro che lo comprerò).

Dall’altro lato:
devo fare un prezzo più alto (visto che conosco il sistema), così se qualcuno mi chiede lo sconto e proprio insiste, posso far finta di farglielo, ma tanto io glielo ho venduto esattamente al prezzo che volevo.

Ora, questo mercanteggiare a cosa serve in realtà?

Serve a sminuire il lavoro dell’altro e soprattutto di noi stessi.
Nel momento in cui chiedo a qualcuno di farmi uno sconto, sto svalutando il suo lavoro, e l’altro, per difendersi, deve per forza o rimetterci per far piacere a me, oppure rialzare il prezzo per far finta di farmi il piacere di farmi lo sconto (chiamasi “fregarmi”).

Ma veniamo a noi, in che modo ci sminuiamo?
Ci sminuiamo non riconoscendo il nostro reale valore in vari modi:
Non me lo merito! Non me lo posso permettere! Non valgo così tanto! etc…

Hai mai trattato, quando sei andato a lavorare da qualche parte, per il tuo stipendio?
Hai mai detto al tuo capo “ti faccio un po’ di sconto se mi assumi” oppure “io valgo di più e merito di essere pagato meglio”?
Oppure ti sei sempre accontentato di quello che era stabilito, senza fiatare?

Ora, capisco benissimo quello che mi puoi rispondere, ma ti dico che ho fatto l’apprendista cominciando a lavorare a 14 anni, ho fatto poi l’operaio, poi l’operaio specializzato, poi mi sono messo in società diventando datore di lavoro, e attualmente lavoro solo per me, quindi quello che voglio dirti è che comprendo tutti i vari passaggi perché li ho sperimentati sulla mia pelle, così come comprendo tutti i vari pensieri sempre per il motivo di averli sperimentati nella mia mente.

Però un bel giorno, quando avevo appena cominciato, con il mio Percorso di Crescita Personale, a sperimentarmi con il Rebirthing o Respiro Consapevole, ed ebbi la malaugurata idea di dire alla mia insegnante che costava troppo, lei mi rispose molto delicatamente e semplicemente:

QUANTO VALI TU?

Ora, come ti dicevo sopra riguardo alla “malaugurata idea”, era nel senso che quello che mi tornò indietro fu come un autotreno carico di piombo! La cosa mi scioccò veramente molto! Non mi ero mai posto quella domanda.

Ci riflettei sopra qualche attimo e le risposi “Moltissimo”, e poi me ne stetti zitto e non tornai mai più sull’argomento.

Quella domanda cambiò profondamente e radicalmente la mia vita.

Quello che stavo imparando con il Respiro Consapevole era un investimento su me stesso, e cioè che avevo un grandissimo valore, ero preziosissimo e potevo imparare ad essere ancora più prezioso per me.

Quindi quello che pagavo (anche se allora mi sembrava tanto) era veramente poco in confronto al mio valore.

E naturalmente ho continuato facendo anche la Formazione Professionale.

Per cui oggi come oggi, dopo tanti anni, non faccio più mercato per sminuire il lavoro di qualcun altro, perché mi dà fastidio che qualcun altro venga a svalutare il mio, e quindi pago quanto mi viene chiesto se posso, oppure chiedo tutt’al più delle dilazioni o delle rate se è possibile, se sono veramente interessato a fare un qualche tipo di lavoro su di me.

Tutto questo mi è scaturito oggi in seguito all’ennesima mail che mi è arrivata da persone che dicono che costa troppo o è troppo caro.

Come si fa a dire di qualcosa che è troppo caro se non sai intanto cosa ti darà, se non l’hai mai sperimentato?

Posso comprendere benissimo, tornando al vecchio Paolo Cericola, ma con la consapevolezza di oggi ti dico: esci fuori dal mercato, svegliati! Comincia a pagare te stesso per prima cosa, ne guadagnerai moltissimo.

Fatti la domanda: Quanto valgo Io?
Risponditi sinceramente e, se senti dal tuo cuore che quella esperienza ti piace o fa per te, smettila di guardare i soldi e guarda piuttosto tutto ciò che quella esperienza può insegnarti, e i soldi in qualche modo arriveranno, oppure si troverà un modo diverso di pagamento, a volte basta chiedere.

Concludendo:
Il valore che hai di te condiziona tutta la tua vita (soprattutto se ti valuti insignificante o di poco valore), portandoti a mercanteggiare per sminuire il lavoro di un altro.

Quindi rivaluta te stesso per smettere di mercanteggiare e far smettere gli altri di mercanteggiare il tuo valore!

Ho trovato questo articolo che mi sembra molto interessante:

QUESTA POI E’ UNA ULTERIORE LEZIONE, LEGGI!

Questa ragazza così bella, diventata ufficialmente, da pochi giorni, testimonial per una nota casa di cosmetici, può a buon diritto dire “IO VALGO“.

  Aimée Mullin, campagna Oréal

Nella campagna pubblicitaria (che utilizza tradizionalmente da anni lo slogan “…Perché io valgo!“) ne vediamo solo il volto… ma qualche notizia sul personaggio farà comprendere come, per una volta, la scelta vada oltre l’apparenza: insieme a carisma e personalità, il “valore aggiunto”… viene da dentro e si chiama AUTOSTIMA.
Ed ecco perché:

Aimée Mullins è nata affetta da emimelia peroneale (mancanza dell’osso perone) e pertanto ha subito l’amputazione di entrambe le gambe sotto il ginocchio quando aveva un anno. Si è diplomata alla Parkland High School di Allentown e laureata alla Georgetown University di Washington. Qui, nonostante l’handicap, ha gareggiato contro gli atleti normodotati della NCAA nelle gare di atletica leggera. Nello stesso periodo ha fatto un tirocinio in affari esteri presso il Pentagono. Nel 1996, ai Giochi Paralimpici di Atlanta, ha stabilito il record paralimpico nei 100 metri piani e nel salto in lungo. I suoi record personali sono i seguenti: 15,77 secondi per i 100 metri piani; 34,60 secondi per i 200 metri piani; 3,5 metri per il salto in lungo. (Fonte WP)

Aimée Mullin, protesi in carbonio

Ma nel 1998 è tornata agli onori della cronaca sulle passerelle londinesi, chiamata da Alexander McQueen ed immortalata da centinaia di fotografi. All’epoca le furono progettate protesi da “passerella” in abbinamento con gli abiti da indossare, riportandoci alla realtà dello sviluppo tecnologico avuto negli anni anche per le “protesi”… indispensabili per vivere e non riduttivi siliconi “aggiuntivi” e riempitivi estetici.

    protesi, arti artificiali, gambe artificiali

Prime versioni di protesi e protesi attuali

Certo che foto come questa, enfatizzata per il tutt’uno con l’abito scultura, restano memorabili e degne di riflessione.

  Aimée Mullin, moda

Ora Aimmée si rimette in pista, anzi… psicologicamente c’è sempre stata, ed è di nuovo sotto i riflettori per… riflettere l’immagine del “PERCHE’ IO VALGO”.

E non è solo per la menzione di qualche anno fa fatta dalla rivista PEOPLE tra le 50 donne più belle del mondo… no.

Il VALORE sta nella volontà, nella forza di carattere, nella convinzione, messa in pratica, che nonostante una forte menomazione contano il cervello ed il carattere.

Un plauso ai genitori che l’hanno sostenuta e spronata, allontanando la sensazione di farla sentire “confinata”, “diversa”, ma… non dev’essere stato un cammino facile!

Per la società è disabile, ma ha sdrammatizzato questa “etichetta” dimostrando di essere “diversamente abile” in modo eccellente in altre discipline, oltre ad essere un’iniezione di fiducia ed un esempio per tutti.

Non scordiamoci di altri personaggi, da Oscar Pistorius ad Alex Zanardi (quest’ultimo suggerisce personalmente variazioni tecniche, ingegneristiche alle sue protesi), ma ci sono tantissimi sconosciuti protesizzati che meriterbbero un riconoscimento di valore “aggiunto”. Le gambe di legno, per fortuna, sono ormai un ricordo, ora in fibra di carbonio ispirate alle zampe posteriori del ghepardo, futuristiche, funzionali.

Ma le protesi non sostituiranno gli arti, il percorso di simbiosi è lungo e faticoso e l’efficienza raggiungibile è direttamente proporzionale alla voglia di vivere che c’è in ognuno di noi, di rimettersi in gioco, sempre! Perché:

“TUTTI  VALGONO”… loro un po’ di più… persone VERAMENTE… IN  GAMBA!

by lisa

 

Una domanda critica e provocatoria: Hai ancora da lamentarti?

 

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Un abbraccio

Paolo Cericola
Maestro di Respiro

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